Le ragazze di Emma Cline di cui ho intenzione di parlarvi è stato molto letto e richiesto negli Stati Uniti. Alla fine degli anni 60 un omicida di nome Charles Manson irrompe nella villa dei coniugi Polanski e commette una strage, seguito da altri membri di un folle gruppo di seguaci da lui capitanato. Questa storia ha cavalcato l’onda delle cronache nere per anni, se non per decenni, negli USA. Emma Cline, partendo da questa cronaca, ha deciso di scrivere questo libro ispirandosi più o meno a quegli avvenimenti.
Titolo: Le ragazze
Autore: Emma Cline
Editore: Einaudi stile libero
Prezzo: 18 euro libro
Prezzo ebook: 9,99
Il romanzo narra di una ragazzina quattordicenne di nome Evie Boyd la quale si trova a dover affrontare diversi problemi esistenziali, quali un’amicizia controversa con la sua migliore amica Connie, i litigi con la madre e i problemi con il padre, che vive a Palo Alto con la nuova fidanzata ventenne. Evie, mentre cammina in un parco, incontra le ragazze e ne rimane colpita, soprattutto quando conosce Suzanne. Le ragazze vedono qualcosa di positivo in Evie e la portano in un luogo dove incontriamo una strana figura, un leader carismatico, un uomo che fa delle cose per gli altri: Russell.
Un racconto raccapricciante
E’ chiaro che la figura di Russell è espressamente ispirata a Charles Manson, il quale esattamente come Russell intende sfondare nel mondo della musica (molti dicono che Manson abbia ucciso quelle persone perché non era riuscito a sfondare nel mondo della musica). Si evince, in questo libro, una situazione di degrado sia fisico che psicologico perché tutte le ragazze fanno ciò che Russell propone. La cosa che mi è dispiaciuta e che ho trovato fondamentale era appunto la figura di Russell e una descrizione maggiore sul personaggio di Suzanne. Russell è un uomo che vuole sfondare, che ha una capacità di retorica incredibile perché riesce a convincere chiunque, mentre Suzanne sembra essere l’unica ragione per la quale Evie ha deciso di far parte del “ranch” così denominato.
La figura della nostra protagonista non emerge fino in fondo non si capisce cosa avrebbe fatto lei, quando si sarebbe trovata sul luogo dell’omicidio, non si capisce se le sia dalla parte del bene o del male. Perché Suzanne? Molte recensioni che ho letto individuano Suzanne come alter ego della protagonista, ma se così fosse Evie avrebbe in qualche modo manifestato di essere in un modo rispetto ad un altro. In questo romanzo manca un’ulteriore capacità di narrazione che spieghi al lettore chi sono i personaggi e perché hanno così tanta influenza soprattutto su Evie.
Io consiglierei questa lettura ad un adolescente perché credo che tutti in un’età adolescenziale siamo affascinati da strani gruppi con intenzioni non proprio positive che nel peggiore dei casi, credendo di partire come dimensione ludica, finiscono in tragedie come questa. Però devo dire che per come ho conosciuto e conosco la storia di Manson mi sarei aspettata molto di più, ragion per cui questo libro per me non raggiunge il massimo dei voti.
Voto: 4/5