Cari Booklovers,
La mia passione per gli Stati Uniti d’America non è una novità. In questi mesi ho potuto riflettere e leggere molto, anche se gli impegni universitari mi hanno lasciato poco spazio per aggiornare questo blog. Ho avuto modo di trovare molti libri interessanti, soprattutto usati. Il libro di cui vi parlerò oggi è un libro che può piacere o meno, dipende se siete interessati agli avvenimenti e alla realtà che vi circonda. Il titolo del libro è La giungla scritto da Upton Sinclair e tradotto da Mario Maffi, docente di letteratura americana all’università di Milano. Questo libro ha destato molte critiche perché quando uscì all’inizio del Novecento emersero delle questioni particolarmente sensibili per l’opinione pubblica americana.
- Titolo: La Giungla
Autore: Upton Sinclair
Prezzo: 12,75 - Formato Kindle: NO
E’ un libro molto vecchio, ma lo trovate sicuramente nelle librerie più fornite o su Amazon.Io, personalmente, l’ho acquistato su Libraccio. - TRAMA: Jurgis e la sua famiglia provengono dalla Lituania e, come molti migranti, decidono di trasferirsi per cercare fortuna e felicità negli Stati uniti d’America. La realtà sarà ben più cruda dei sogni, poiché una volta giunti in America essi si troveranno di fronte ad un contesto che discrimina gli immigrati dove il lavoro scarseggia ed è sottopagato. Il libro è ambientato a Chicago e Jurgis lavorerà per un famoso macello dove animali, operai e strutture sono trattati malissimo.
Recensione
La lettura di questo libro non è stata molto semplice, perché i temi trattati urtano molto la sensibilità delle persone. Jurgis e la sua famiglia quando arrivano a Chicago cercano disperatamente di trovare lavoro e di trovare un po’ di fortuna per la loro famiglia. Ona e Jurgis sono i primi protagonisti di questo romanzo e trovano difficoltà fin da subito, la donna è vittima di violenze, mentre lui riesce a guadagnare pochissimo e viene sfruttato per parecchie ore del giorno. Sinclair intendeva portare a galla e denunciare i metodi utilizzati dai capitalisti americani, perché all’inizio del Novecento l’immigrazione negli USA era molto presente. Il discorso sul sogno americano e sulle opportunità che l’America può offrire cadono miseramente nel racconto di Sinclair.
Io credo che conoscere queste realtà sia molto attuale, soprattutto per noi che ci confrontiamo quotidianamente con i migranti e abbiamo, così, la consapevolezza di poter dire che essere accolti in un paese diverso è duro. Il personaggio di Ona mi ha fatto molta tenerezza, perché il suo amore per Jurgis molto potente, le ha impedito di dedicarsi amorevolmente alla sua vita. Lei è stata vittima di diversi avvenimenti avversi i quali l’hanno portata in un baratro senza ritorno o senza via di fuga, accentuando la sfortuna della famiglia. Sono presenti, inoltre, dei minori i quali non sono tutelati e non hanno ricevuto una degna assistenza sia sul paino sanitario che dell’istruzione. Questi racconti cui siamo abituati sono a dir poco raccapriccianti, soprattutto lo diventano nel momento in cui ci rendiamo conto che sono veri e non appartengono solo al passato, ma si ripropongono quotidianamente.
La seconda parte del libro ha perso secondo me l’intensità che aveva assunto nella prima parte poiché c’è una presenza quasi ingombrante di sindacati e rappresentanti del socialismo. E’ noto, infatti, che l’autore sia un simpatizzante del socialismo e tutta questa questione politica ha fatto perdere di vista la vera “inchiesta” che l’autore intendeva portare a galla. Certa di non essere un’esperta di politica e di non voler fare apologia né alla destra né alla sinistra vi invito a leggere questo libro e a considerare i racconti e le storie di vita.
Buona estate,
Alessandra