Mathilda di Victor Lodato – Recensione

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recensione libro mathilda victor lodatoLa recensione di oggi nasce da una ricerca casuale avvenuta qualche mese fa sul noto sito di libri usati Libraccio. Stavo vagando su quel sito per cercare qualcosa da leggere nel tempo libero e mi sono imbattuta in questo libro edito da Bompiani intitolato MathildaIncuriosita dalla trama e dalla copertina ho cercato di reperire questo libro online o in qualche gruppo di libri su facebook, ma la cosa strana è stata trovare questo libro per pochi spiccioli su Amazon.

Allora mi sono detta: cerchiamo qualche informazione per vedere se vale la pena prendere o meno questo libro. Tutte le recensioni, inutile che ve lo dica, erano negative e sconsigliavano l’acquisto di questo libro. E no, non si tratta di nessuna promozione speciale per l’affiliazione di Amazon penso sul serio che questo libro va letto e vi spiego il perché. Innanzitutto, sono riuscita a collegare la lettura di questo libro ad un’altra lettura “accademica” nella quale ho trovato preziosi chiarimenti sul ruolo della memoria e della ricostruzione. In questo libro ci sono tante storie che si sovrappongono e vorrei portarle, nel mio piccolo, alla vostra attenzione. Il libro di Victor Lodato intende narrare non solo la vicenda della protagonista Mathilda ma di un’intera famiglia.

  • Trama: Mathilda ha tredici anni e decide di diventare “terribile” perché la perdita di sua sorella le lascia un vuoto troppo insopportabile da mandare giù.
  • Titolo: Mathilda
  • Autore: Victor Lodato
  • Editore: Bompiani
  • Prezzo libro: 2,50 euro
  • Anno: 2010

La tredicenne Mathilda è sconvolta dalla mancanza di sua sorella. All’inizio il racconto della ragazzina è talmente paradossale da sembrare troppo pesante per un lettore, ragione per la quale molti di essi decidono di non andare avanti nella lettura. Le prime settanta pagine sono dure da leggere: isteriche, pesanti, dolorose. Non biasimo chi ha deciso di mollare; in tutto questo caos si trova però una narrazione celata molto più complessa di quanto si possa pensare, nelle prime pagine del romanzo.

Dietro al dolore soffocante e angusto di Mathilda si nascondono le incertezze e le sofferenze di una donna stanca innanzitutto della vita coniugale, della pochezza e del senso di vuoto, infatti la donna passa le sue giornate a leggere e guardare film, annoiata dal mondo che la circonda. L’altro è un uomo dalla straordinaria bontà e dall’incredibile voglia di vivere, il padre di Mathilda. Poi c’è lei la vera protagonista di questo romanzo, Helene, di cui non sappiamo nulla di fondo ma la memoria e la ricostruzione familiare fa in modo da portare a galla i momenti  della sua vita. Nelle prime pagine del romanzo non sappiamo perché Helene sia venuta a mancare e cosa l’ha uccisa.

Abbiamo il racconto tormentato di una ragazzina fuori dagli schemi, singolare, la quale analisi familiare ci permette di capire che i suoi tredici anni sono solo anagrafici e poco veritieri rispetto alla brillante narrazione che propone. E’ in grado di capire le sofferenze della sua famiglia di collegare una morte a dei problemi già “rinchiusi nell’armadio” da moltissimo tempo. La relazione tra i suoi genitori vacilla sia per la morte di Helene che per la stanchezza della vita quotidiana che circonda i due protagonisti. Come contorno ci sono altri due ragazzi: Anna e  Kevin. Anna è una ragazzina di tredici anni normalissima che si comporta come una ragazzina della sua età e Kevin è il classico ragazzo tredicenne che sta affrontando la fase della crescita. Perché ho deciso di sovrapporre un libro accademico a questa lettura? Perché francamente, nel rispetto dell’opinione altrui, mi si gelano le vene a vedere questo romanzo in un angolino. Nella storia troviamo il racconto della nostra società dalla famiglia alle politiche e agli avvenimenti sanguinosi del terrorismo.

E’ un libro talmente profondo da lasciare senza fiato chi lo legge. Io trovo che il lavoro intrapreso da questa ragazzina sia degno di nota e vi spiego perché: Mathilda decide di trovare delle informazioni sulla morte di sua sorella e inizia a scavare nel suo passato e lo fa ancora una volta in modo brillante attraverso memoirs, e-mail, lettere e in base ai messaggi della ragazza lasciati nel web. Questi elementi, apparsi non so per quale ragione banali agli altri, permettono alla tredicenne di trovare delle informazioni molto importanti per la sua ricerca. La ragazzina scopre che Helene era innamorata di un misterioso ragazzo di nome Louis che non appare negli annuari e sembra essere un estraneo. Le e-mail che i due si scambiano sono profonde, così Mathilda decide di scrivergli una lettera per incontrarlo usando un vecchio nickname di Helene. La ragazzina può fare ciò perché Louis non sa che la sua amata sia morta. Mathilda resta scioccata nel momento in cui si rende conto che Louis non è un adolescente ma è un uomo. A quel punto la ragazzina capisce il significato dell’amore che, all’interno del romanzo, coltiva anche con Kevin e capisce il senso della vita. Mi ha colpito molto la continua ricerca dell’amore e dei significati delle cose, nella sua vita quotidiana. A volte ci sentiamo disorientati perché fatichiamo a costruire la nostra storia e ogni tassello, ogni sorta di puzzle è un fantasma da rendere umano.

Io non riesco a non apprezzare il romanzo di Lodato, l’ho trovato attuale e pieno di messaggi per giovani e adulti.  Credo che la memoria sia qualcosa di talmente prezioso da coinvolgere le vite di chiunque. Il fatto di non essere nel posto giusto al momento giusto, di lasciar dimenticata una persona, come Helene, è motivo di protesta. Mathilda ha bisogno di ricostruire la storia della sua famiglia di mettere insieme la relazione del padre e della madre, di ricostruire il rapporto con sua sorella anche se morta. Noi non siamo nulla senza il nostro ricordo, senza la nostra storia. Se qualcosa manca in un modo o nell’altro ritornerà. C’è una citazione che mi piace molto e mi permette un pò di racchiudere quello che è il mio pensiero su questo romanzo, scritta da Michel Foucault: «se si controlla la memoria delle persone si controlla anche la loro azione». E’ esattamente il motivo per il quale Mathilda si sente un fantasma per tutto il romanzo, perché ha bisogno di ricostruire. Spesso, quando ho in mano i miei libri, mi sembra di sentire il profumo di una persona e mi maledico perché non ne ho voglia, quel pensiero mi vergogna e vorrei cancellarlo. Nel mio caso è sbagliato perché devo lasciarlo andare, ma non ci riesco. Lui è nel mio studio, nelle mie giornate, nei miei libri, nei miei stati d’animo. Per quanto questo amore sia sbagliato e contorto un giorno finirà, non nel dimenticatoio, ma in un altro tipo di memoria che chiamerò la mia storia.  Questo è tutto ciò che il romanzo di Lodato mi ha donato, spero che riesca ad imprimere in voi le stesse sensazioni.

Buona lettura

 

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Informazioni sull'autrice

Classe 1994, da sempre innamorata della conoscenza e della letteratura. Sono appassionata di studi sociologici e della pallacanestro americana.

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