Recensione libro: il racconto dell’ancella di Margaret Atwood

Il racconto dell’ancella è un libro relativamente recente. In realtà, si tratta di un brillante racconto degli anni 80 nella quale Margaret Atwood con un’impeccabile capacità narrativa tratta l’argomentazione dell’oppressione femminile attraverso un universo distopico con una serie di componenti legate alla nostra società contemporanea.

 

  • Titolo: Il racconto dell’ancella
  • Autore: Margaret Atwood
  • Editore: Ponte alle grazie
  • Prezzo: 12,60
  • e-book: 9,99

 

  • Trama:In un mondo devastato dalle radiazioni atomiche, gli Stati Uniti sono divenuti uno Stato totalitario, basato sul controllo del corpo femminile. Difred, la donna che appartiene a Fred, ha solo un compito nella neonata Repubblica di Galaad: garantire una discendenza alla élite dominante. Il regime monoteocratico di questa società del futuro, infatti, è fondato sullo sfruttamento delle cosiddette ancelle, le uniche donne che dopo la catastrofe sono ancora in grado di procreare. Ma anche lo Stato più repressivo non riesce a schiacciare i desideri e da questo dipenderà la possibilità e, forse, il successo di una ribellione. Mito, metafora e storia si fondono per sferrare una satira energica contro i regimi totalitari. Ma non solo: c’è anche la volontà di colpire, con tagliente ironia, il cuore di una società meschinamente puritana che, dietro il paravento di tabù istituzionali, fonda la sua legge brutale sull’intreccio tra sessualità e politica. Quello che l’ancella racconta sta in un tempo di là da venire, ma interpella fortemente il presente.

 

 

Nel mondo descritto dalla Atwood le donne sono solo delle procreatrici e servono per mandare avanti la specie dell’universo narrato. Non c’è possibilità di svago, ideologia o di poter pensare a un mondo creato su misura sia per le donne che per gli uomini. Il libro ha riscosso un successo clamoroso non solo per la splendida edizione di Ponte alle grazie ma per la geniale idea della serie tv, riportando a galla un racconto sempre attuale. Esiste un dualismo femminile: le donne in grado di procreare perché ritenute capaci sono, appunto, le ancelle. Mentre le donne non in grado di poterlo fare secondo il regime totalitario sono ridotte a schiavitù. Gli Stati Uniti sono diventati un regime totalitario legato alla sorveglianza e al controllo del corpo femminile. In questo mondo pieno di barbarie e sacrifici le donne che provano a fuggire perdono la vita e sono soggette ad un annullamento totale. Rimanere incinta è l’unica possibilità salvifica per una donna indicata come procreatrice, altrimenti la sua inadeguatezza verrà ripagata con una perenne schiavitù.

 

Il racconto dell’ancella è una narrazione che avviene ad opera di una donna divenuta ancella con il mero scopo riproduttivo. Questa donna, oltre alle sue memorie, non ha molto. Non ha un nome, non sembra avere un’identità. La chiamano tutti “Difred” nome dell’ufficiale al quale è stata affidata. La donna non esiste se non in subordinazione di un superiore, un individuo di sesso maschile. Ogni donna viene umiliata dai superiori, soprattutto nell’atta sessuale. Difred assume però degli atteggiamenti ambigui, quasi comprensivi e compassionevoli nei confronti dell’uomo. Perché alla donna non è dato pensare o agire ma ha un solo ed unico scopo nella sua vita. Le donne vestono sempre di rosso, una condanna hawthorniana del nuovo secolo come se queste creature di un altro sesso fossero costretta a pagare con un marchio. Un racconto nel quale l’individualità collettiva si sovrappone a quella individuale devastandola e privandola di contenuti importanti.

“Ero solita pensare al mio corpo come a un veicolo di piacere, o a un mezzo per spostarmi da un luogo all’altro o uno strumento per compiere la mia volontà”

 

Come ho anticipato all’inizio, si tratta di un libro molto attuale. Negli anni ’80 la scrittrice Margaret Atwood ha descritto una setta profetica di donne con l’intento del governo al quale esse appartengono di mandare avanti una specie attraverso la progenie. Queste elementi sembrano aberranti e mostruosi ma in realtà sono l’altra faccia della medaglia della modernità nella quale pensiamo di vivere. La donna moderna non indossa una tunica rosso sangue, magari non vive in un mondo totalitario ma ci sono dei comportamenti o dei modelli culturali che propongono esattamente le stesse dinamiche, subdolamente. Pensiamo di vivere in una splendida società occidentale adornata dai nostri desideri quotidiani, con una dignitosa istruzione e con la tecnologia al nostro cospetto. Non è propriamente così; la visione della donna continua ad incarnare elementi biologici e fattispecie incarnate da stereotipi e da dicerie. La visione della donna continua ad essere ancora ancorata al mondo della famiglia e alla sola utilità della procreazione. La donna è vittima della sua rappresentazione, o meglio, di ciò che gli altri hanno suggerito come rappresentazione. Se siete alla ricerca di un regalo o di una forma di conoscenza sottile, ma al contempo illuminante scegliete Il racconto dell’ancella perché si tratta di un capolavoro.

Voto

 

 

Informazioni sull'autrice

Classe 1994, da sempre innamorata della conoscenza e della letteratura. Sono appassionata di studi sociologici e della pallacanestro americana.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: