Spesso capita di leggere argomenti monotematici, tralasciando alcuni libri interessanti che potrebbero accrescere la conoscenza di epoche passate o di comprendere alcune differenze tra le generazioni. A volte i nostri gusti influenzano e offuscano la libertà di guardare anche laddove non avremmo mai avuto intenzione di guardare. È quanto successo con Long Playing di Giovanni Vannozzi…
- Titolo: Long Playing
- Autore: Giovanni Vannozzi
- Editore: Mds editore
- Prezzo: 12,00
- Trama: Long Playing. Vita a 33 giri” nasce dalla “voglia di raccontare la provincia con uno sguardo diverso”, dal desiderio di restituire un’immagine di Pisa e dei suoi dintorni senza conformarsi ai cliché da guida turistica o alla rappresentazione delle ricostruzioni storiche. La raccolta, suddivisa in due parti proprio come un vecchio Lp (side A: anni ’80 – ’90; side B: anni ’90 2000), abbraccia trent’anni di vita recente e non solo della città, percorrendone le strade, le piazze, i quartieri, ma anche di quella provincia all’apparenza immutabile e che invece cambia nel tempo le sue abitudini, i suoi umori, e le prospettive di chi la abita. I protagonisti di questi racconti sono bambini, adolescenti, adulti; qualcuno di loro cavalca l’idea di andarsene per non tornare, altri sono costretti a farlo o magari si lasciano vivere, a tre passi dai monti e dal mare, nell’attesa di qualcosa di inaspettato che probabilmente non arriverà. La vita di provincia che si scontra con il progresso, la droga che imperversa negli anni ’80, le comunicazioni che cambiano, gli universitari di passaggio e i malumori con gli autoctoni, i palazzi che crescono a vista d’occhio e i nuovi quartieri che modificano i lineamenti della città, le generazioni che si confondono… scenografie che si rincorrono l’una dietro l’altra unite da un’unica colonna sonora.
Della collana cattive strade di Mds editore avevo già letto, non molto tempo fa, un libro molto interessante e che avevo deciso, poi, di rileggere: Amore privato. Dopo quel periodo è nata una collaborazione con l’editore e ho chiesto di non scegliere il libro ma di lasciare carta bianca allo stesso. La sorpresa è stata unica perché ho detto diverse volte di non essere un’amante delle raccolte di racconti, soprattutto se presentate per argomenti particolari. Per fortuna c’è la possibilità di ricredersi. La raccolta si muove lungo le età, parte da un protagonista adolescente, con le paure, le emozioni, le spinte verso il futuro fino a giungere in un’età adulta meno spensierata e più avvilita. Ho apprezzato particolarmente la capacità di narrare dell’autore, molto scorrevole e con un cambio stilistico da un racconto all’altro. Mi spiego meglio: anche se un autore decide di scrivere in età diverse alcuni elementi c’è sempre la presenza di uno stile che lo caratterizza; in questi racconti, invece, ogni dettaglio inscrive i personaggi e quanto narrato in posizioni ed età completamente diverse. Ho avuto la sensazione di leggere un adolescente e un adulto, con un’esperienza di lettura completamente differente.
A volte capita anche di descrivere un contesto conosciuto, però poi i dettagli vengono meno, invece in questo lavoro è curato tutto nel minimo dettaglio. C’è una presenza fortissima di band riconosciute, appartenenti agli anni ’70 e ’80, come i The Clash, Kiss, The Cure ecc. band che hanno segnato l’epoca di culture subalterne. E’ stata una piacevole sorpresa la lettura di questi racconti, ho apprezzato anche l’ausilio di alcuni stralci di brani musicali delle band, come sono stati inseriti gli elementi dei retaggi culturali: la fender stratocaster, simbolo del rock, il Jack Daniels amato dai rockers. Ad esempio, in “fotografie” ho avuto l’impressione di avere davanti a me i personaggi, la cura dei dettagli è stata minuziosa. Non vorrei svelare troppo della lettura, perché rischieri di enfatizzare troppo alcuni elementi a discapito di altri. Ho sempre amato la musica rock, punk e alternativa. I kiss, sono una band glam rock, semi-conosciuta in Italia ma l’album Dynasty andrebbe conosciuto anche dai più giovani. Insomma, leggere questo libro permette ad età diverse di provare alcuni sentimenti, nostalgici o innovativi, di conoscere altre forme culturali o di fare un salto nel passato.
Long Playing tratta tematiche molto attuali, interessanti per i giovani. Il tema del provincialismo e il passaggio da una realtà piccola comporta un’attenzione particolare perché credo che anche oggi le differenze di contesto siano più evidenti che mai. C’è sempre la consapevolezza di voler andare altrove, al di là delle disposizioni e delle possibilità.
Sono rimasta particolarmente sorpresa e affascinata dal mondo anni ’80, dai costumi e dagli stili di vita. In Italia siamo abituati poco a considerare i racconti o gli scambi epistolari delle opere, si scelgono quasi sempre i romanzi a discapito anche dei saggi. È importante non rimanere in un livello monotematico e aprire la mente quasi a tutto. Trovo che questa lettura mi abbia spronato a comprare ulteriori lavori simili, perché ogni cosa, anche se spezzettata, permette di comprendere alcune tematiche. Il passaggio dalla provincia alla città, il tema incombente della droga negli anni ottanta, l’interrogativo su quel che sarà appartengono ad epoche passate o risiedono in una sempre attuale visione della nostra realtà? Sono quasi sempre propensa nello scovare elementi culturali nelle cose che leggo, perché permettono di guardare in altro modo il nostro vivere. Se dovessi consigliare Long Playing a qualcuno lo farei sicuramente partendo dai giovanissimi.
Giovanni Vannozzi in Long Playing ha donato un’interessante viaggio nel tempo ai lettori, oltre ad un’esperienza di lettura