Non capita spesso di rimanere affranti dalla vorticosa lettura di un romanzo, inaspettatamente crudo e privo di sensibilità. Jesmyn Ward in Salvare le ossa ha compiuto un ottimo lavoro di narrazione drammatica, difficile da scovare ultimamente
- Titolo: Salvare le Ossa (volume I)
- Autore: Jesmyn Ward
- Prezzo: 19,00 euro
- Editore: NNE
- Trama:Un uragano minaccia di colpire Bois Sauvage, Mississippi. In un avvallamento chiamato la Fossa, tra rottami, baracche e boschi, vivono Esch, i suoi
fratelli e il padre. La famiglia cerca di prepararsi all’emergenza, ma tutti hanno altri pensieri: Skeetah deve assistere il suo pitbull da combattimento dopo il parto; Randall, quando non gioca a basket, si occupa del piccolo Junior; ed Esch, la protagonista, unica ragazzina in un mondo di uomini, legge la storia degli Argonauti, è innamorata di Manny, e scopre di essere incinta. Nei dodici giorni che scandiscono l’arrivo della tempesta, il legame tra i fratelli e la fiducia reciproca si rinsaldano, uniche luci nel buio della disgrazia incombente.
Salvare le ossa racconta la vita di ogni giorno con la forza del mito, e celebra la lotta per l’amore a dispetto di qualunque destino, non importa quanto cieco e ostile. Con una lingua intensamente poetica, dove ogni parola brucia come una lacrima non versata, Jesmyn Ward ci trascina di pagina in pagina in un vortice di sole, vento, sangue e pioggia, lasciandoci, alla fine, commossi e senza respiro.
Salvare le ossa è il primo volume di una trilogia letta e apprezzata negli Stati Uniti d’America ad opera della scrittrice statunitense Jesmyn Ward. Non conoscevo, per lettura ma per sentito dire, la casa editrice NNE la quale mi ha colpito per la linea editoriale e per i colori scelti. Il lettore, in libreria, è soprattutto attratto dalla copertina e da ciò che trasmette essa stessa. La narrazione è ambientata negli Stati Uniti, nella cittadina di Bois Sauvage, Mississippi. La protagonista femminile Esch è una ragazza alla ricerca dell’amore, cerca di compensare le sue mancanze attraverso l’affetto e le consuetudini con il papà, rimasto vedovo, e i due fratelli Skeetah e Randall.
Il primo è fiero, orgoglioso ma con un animo sensibile e legato alla sua cagnolina China, mentre Randall sembra più un moderno adolescente alla ricerca di una vita migliore, sfruttata attraverso lo sport. In questo caso, me ne compiaccio, la scrittrice ha saputo cogliere un elemento fondamentale per la società americana: lo sport. Spesso viene usato come elemento di contorno, ma qui la grande metafora è facilmente individuabile. La narrazione si svolge, principalmente, su toni caldi a volte quasi aberranti per le scene descritte. Jesmyn Ward ha usato una narrazione cruda ed efficace; alcune volte, durante la lettura, mi sono sentita inorridita dalla violenza dei protagonisti ma è stato un effetto voluto che ho apprezzato particolarmente.
Il dramma dei personaggi è molto evidente, Esch è innamorata di un ragazzo e ha una difficoltà incredibile a relazionarsi con gli altri, cerca sempre di nascondere le sue emozioni e le pone su un altro piano emozionale. Forse il personaggio che mi ha colpito di più è proprio Skeet, non in quanto protagonista, ma per il rapporto che ha con China. Questa cagnolina che non è più un animale da compagnia o di convenienza ma diventa il centro nevralgico dell’intera famiglia. I protagonisti tutti, si apprestano ad affrontare un terribile urgano, il Katrina del 2005 il quale, come sappiamo, ha devastato nella realtà intere famiglie statunitensi. Eppure, se cono stata in grado di cogliere abbastanza bene alcune sensazioni l’uragano è stato scelto per rimandare alle sensazioni della famiglia stessa, piena di personalità forti. Nonostante l’eccessiva divisione e la mancanza di comunicazione ho potuto notare un affetto incredibile tra i protagonisti, iconoclasti, ma presenti gli uni nelle vite degli altri.
Se pensiamo, poi, che un cane riesce ad unire tutti intorno ad un problema o alla risoluzione di alcune questioni possiamo ben immaginare perché l’autrice ha riscosso così tanto successo.
L’ultimo elemento che considero è il rapporto che i ragazzi hanno con la natura. Tutta la famiglia vive in un luogo di campagna dove il contatto con la natura è all’ordine del giorno, anche questo affrontato minuziosamente e con angoscia dalla scrittrice. Sono stata contrastata da diverse emozioni, sicuramente quasi tutte positive ma non sufficienti abbastanza per poter donare al romanzo cinque stelle. Credo che continuerò la lettura perché è una trilogia che merita per lo stile e per i personaggi, ma sicuramente ho anche riscontrato un minuscolo velo di delusione. Forse, a discapito dei buon libri, la pubblicità soffoca l’essenza reale degli stessi e crea una sorta di illusione nel lettore, deludendo a prescindere. Quindi, in linea generale, il libro mi è piaciuto abbastanza.

JESMYN WARD
Jesmyn Ward vive in Mississippi, dove insegna scrittura creativa alla Tulane University. Salvare le ossa ha vinto il National Book Award nel 2011, e il memoir Men We Reaped è stato finalista al National Book Critics Circle Award. Con il suo ultimo romanzo, Sing, Unburied, Sing, Jesmyn Ward ha vinto il National Book Award per la seconda volta, prima donna dopo scrittori come William Faulkner, John Cheever, Bernard Malamud, Philip Roth, John Updike. NNE pubblicherà anche gli altri due capitoli della Trilogia di Bois Sauvage.