L’educazione di Tara Westover è stato uno di quei libri comprati d’impeto e perché consigliati da vari lettori. La trama mi ha rapita fin dalle prime pagine, direi dal primo aforisma di John Dewey in cui egli afferma «Credo che l’istruzione vada intesa come una ricostruzione continua dell’esperienza, che il processo e il fine dell’istruzione siano la stessa cosa». Il peso di un’istruzione o di una mancata esperienza formativa sono davvero due caratteristiche estranee al nostro mondo?
- Titolo: L’educazione
- Autrice: Tara Westover
- Editore: Feltrinelli
- Pagine: 380
- Prezzo: 15,30
- e-book: 9,90
- Trama: Tara, la sorella Audrey e i fratelli Luke e Richard sono nati in una singolare famiglia mormona delle montagne dell’Idaho. Non sono stati registrati all’anagrafe, non sono mai andati a scuola, non sono mai stati visitati da un dottore. Sono cresciuti senza libri, senza sapere cosa succede nel mondo o cosa sia il passato. Fin da piccolissimi hanno aiutato i genitori nei loro lavori: in estate stufare le erbe per la madre ostetrica e guaritrice, in inverno lavorare nella discarica del padre, per recuperare metalli. Fino a diciassette anni Tara non aveva idea di cosa fosse l’Olocausto o l’attacco alle Torri gemelle. Con la sua famiglia si preparava alla sicura fine del mondo, accumulando lattine di pesche sciroppate e dormendo con uno zaino d’emergenza sempre a portata di mano. Il clima in casa era spesso pesante. Il padre è un uomo dostoevskiano, carismatico quanto folle e incosciente, fino a diventare pericoloso. Il fratello maggiore Shawn è chiaramente disturbato e diventa violento con le sorelle. La madre cerca di difenderle, ma rimane fedele alle sue credenze e alla sottomissione femminile prescritta. Poi Tara fa una scoperta: l’educazione. La possibilità di emanciparsi, di vivere una vita diversa, di diventare una persona diversa. Una rivelazione. Il racconto di una lotta per l’autoinvenzione. Una storia di feroci legami famigliari e del dolore nel reciderli.
L’educazione di Tara Westover recensione
La narrazione si presenta fin dalle prime pagine singolare; Tara Westover non solo è l’autrice de “L’educazione” ma è anche la protagonista di questa storia, colei che l’ha vissuta in prima persona. Ammetto che, quando ho sfogliato in digitale le prime pagine, credevo che si trattasse di un romanzo scritto in un’epoca diversa dalla nostra, ma i riferimenti alle torri gemelle e alla contestualizzazione degli avvenimenti riportavano la storia su un piano più attuale di quanto si possa effettivamente immaginare. Tara vive in una famiglia in cui “il papà” ha deciso che istruire i propri figli sia molto sbagliato e lontano dalla volontà di dio. Il papà e la sua famiglia sono mormoni, ovvero seguono pedissequamente la volontà di dio e si scagliano contro l’utilizzo della medicina scientifica, proposta dall’uomo.
Tara, le sue sorelle e i suoi fratelli vivranno separati dalla vita statunitense ma si occuperanno di alcuni proposti dal papà, come raccattare rottami o occuparsi di costruire degli edifici in alcune realtà americane e c’è il lavoro della madre, con l’aiuto di Tara, che è chiamata a curare le donne e a farle partorire per la volontà di dio. I federali sono il grande nemico della famiglia Westover, così come la scienza e i professori che, stando alla dichiarazione del papà, rappresentano una volontà distorta e professano menzogne. Nella famiglia Westover le tragedie saranno molte, non solo legate alle fede e alle pressioni che “il papà” trasmette alla famiglia, ma i fratelli e le volontà degli stessi metteranno, spesso, in discussione i rapporti.
Cosa colpisce de “L’educazione?”
Mi ha colpito la storia di Tyler che ha continuato a studiare e ha deciso di andarsene da quell’ambiente e la forza della protagonista. Tara, all’inizio, non è intenzionata ad intraprendere una carriera scolastica perché è convinta che il suo posto sia lì insieme alla sua famiglia e la forte fede religiosa le impedisce di vedere espedienti diversi della vita. Qui, secondo me, l’autrice attualizza molto il concetto di verità e il rovesciamento di essa; noi pensiamo spesso che la verità imposta da qualcuno o qualcosa sia l’unica verità, il tempo in cui viviamo sia solo quello e che non possa essere legato a nessun’altra cosa. Nel confronto con un altro mondo, soprattutto se questo inizia a piacerci, rimaniamo fortemente delusi da noi stessi e iniziamo ad incolparci perché stiamo venendo meno alle nostre credenze.
Tara riuscirà ad abbandonare le violenze del fratello, le vessazioni del padre e l’autorità della famiglia nella quale vive attraverso l’educazione. Mai in nessun altro romanzo o racconto ho avuto modo di riflettere e di farmi delle domande sul ruolo dell’educazione nella sua totalità. Che cosa significa essere istruiti? Ritengo che il sistema scolastico condiviso non sia sufficiente per potersi ritenere soddisfatti di quanto acquisito ed essere consapevoli o sicuri del futuro. L’educazione è un processo che non cesserà mai, non esisteranno libri possibili o tanto esaustivi da concludere l’esperienza formativa. Credo anche che non conoscere alcuni avvenimenti importanti, soprattutto la storia, comporti una grave lacuna nelle nostre azioni sociali. L’autrice propone due esempi; I due casi sono legati all’Olocausto e alla lotta socio-politica di Martin Luther King.
L’importanza del confronto
Westover non era a conoscenza di questi avvenimenti storici, perché la sua comunità riteneva opportuno soffermarsi su altre narrazioni. La storia è una grande narrazione, ma quale storia rappresenta una verità assoluta? Alcune realtà sono chiuse al loro interno, stabilite dai confini, che possono essere confini religiosi, etnici o sanciti dallo stato in cui l’informazione è gestita da qualcosa o qualcuno ed è più facile dimenticare o prestare poca attenzione ad alcuni problemi. Nel testo il termine ‘puttana’ e ‘negro’ vengono utilizzati in modo scherzoso dai membri che non hanno avuto approcci con la storia e li riproducono nella totale incapacità di comprendere, perché non si conosce. Non vi ricorda nulla? Ecco cosa rappresenta l’educazione oggi, un processo esperienziale, mai unidirezionale, che non può e non deve fermarsi con i libri consigliati nelle scuole ma deve aprire ad altre e nuove forme.
Consigliate “L’educazione” di Tara Westover a tutte le persone che conoscete, perché alcuni libri arricchiscono sul serio.