I testamenti di Margaret Atwood ha riscosso un gran rumore comunicativo nella prima parte dell’estate ed era attesissimo, poiché riguardava un continuum con la storia avviata ne Il racconto dell’ancella.
Titolo: I testamenti
- Autore: Margaret Atwood
- Editore: Ponte alle grazie
- Prezzo: 15,30
- e-book: 10,99
- Sinossi:«Il nostro tempo insieme sta per cominciare, mio lettore. Può darsi che vedrai queste pagine come un fragile scrigno da aprire con la massima cura. Può darsi che le strapperai o le brucerai: con le parole accade spesso». Hai fra le mani un’arma pericolosa, caricata con i segreti di tre donne di Gilead. Stanno rischiando la vita per te. Per tutti noi. Prima di entrare nel loro mondo, forse vorrai armarti anche di questi pensieri: «La conoscenza è potere». «La Storia non si ripete, ma fa rima con sé stessa».
I testamenti si apre con un richiamo diretto al lettore; il protagonista, nelle prime pagine sconosciuto, cerca in tutti i modi di accompagnare chi legge nelle ultime vicende di Gilead e Adua Hall. E’ chiaro che si tratta di una donna che, dopo le vicende narrate ne “Il racconto dell’Ancella”, cerca di dare una spiegazione ad un finale precedente un po’ vacuo. La narrazione non è subitanea, si muove con molti anni di differenza.
Il rapporto con l’ambiente non è cambiato, neppure dopo quindici anni. Le donne vivono sempre in rapporto con gli uomini di cui sono sopraffatte e soggiogate. Le zie mantengono l’ordine prestabilito degli uomini e le donne sono trattare come un contorno che serve a poco. Agnes, Daisy e zia Lydia sono coloro che vengono raccontate dalla voce narrante e vengono descritte attraverso alcuni espedienti di vita dell’insidiosa vita di Gilead. Tra queste fa effetto il rapporto che una di loro ha nel mantenere le forme del regime, promessa in sposa al comandante Judd.
Oltre questo discorso mi sembra davvero inutile dire altro, considerando che alcune vicende vanno lette e che non ho trovato particolarmente eclatanti. E’ potente il messaggio, continua a fare un rumore assordante e a rendere giustizia, attraverso la distopia, ai soprusi o alle lotte che si stanno compiendo. Pagina dopo pagina si scoprirà l’entità della protagonista, impensabile per come era sta presentata da qualche altra parte. Personalmente, credo che il libro arricchisca solo un po’ rispetto alla narrazione precedente. Non ho visto la serie tv, ma nonostante ciò mi riservo la possibilità di uno scarno scetticismo per questo secondo capitolo. Ho apprezzato, in definitiva, il modo in cui il testamento è stato narrato e la pazienza di coinvolgere il lettore fino in fondo.
Lo consiglio? Sì, ma non è essenziale.
Voto: 4/5
Recensione “Il racconto dell’ancella”: qui