Ho fatto la spia di Joyce Carol Oates

Tutti sono promotori o promotrici della legalità. Tutti vorremmo un mondo amorevole, essere protetti dalle ingiustizie, denunciare le illegalità. Ma che cosa succede davvero? Qual è il prezzo da pagare per tutto ciò? Lo spiega magistralmente, nell’ultimo romanzo, Joyce Carol Oates intitolato Ho fatto la spia.


Titolo: Ho fatto la spia

Autrice: Joyce Carol Oates

Editore: La nave di Teseo

Prezzo: 19 euro

Kindle: 9,99 euro

Sinossi: Violet Rue Kerrigan ha 12 anni ed è la più giovane di una numerosa famiglia proletaria di origini irlandesi che vive a South Niagara, una piccola e tranquilla cittadina nello stato di New York. È la preferita del padre, Jerome, un uomo duro che governa la famiglia con pugno di ferro.

 


Violet è una ragazzina di tredici anni proveniente da una famiglia cattolica numerosa, ma pregna di crepe familiari interne molto consistenti. Il padre comunica molto poco con i figli ed è abbastanza violento. La madre sembra avere un rapporto di astio con i figli e i fratelli sprigionano una violenza inaudita. Un giorno avviene un fatto clamoroso e assolutamente senza precedenti: la ragazzina scopre che i fratelli, insieme a degli amici, hanno ucciso un brillante studente nero di nome Hadrian Johnson. All’inizio, tutta la critica locale cerca di sminuire l’accaduto, anche perché non si conoscono gli assassini e la dinamica dei fatti. Con il passare dei giorni, e delle ulteriori verifiche, anche la certezza che si tratti di un omicidio a sfondo razziale non fa riflettere la comunità di un sobborgo newyorkese, piuttosto si parla ingiustamente di razzismo verso i bianchi.

Violet decide di denunciare l’accaduto perché non riesce a superare la morte di un innocente. La risposta da parte della sua famiglia e della sua comunità sarà di condanna. Credo che vada evidenziato, come fa Oates in Ho fatto la spia , l’assoluta inconsistenza del razzismo verso i bianchi. Nessun bianco, nella storia, ha mai subito ingiustizie in quanto bianco. Piuttosto i bianchi godono di privilegi dati da una biologia estremamente fatiscente. Il razzismo perpetra solo nei corpi degli emarginati, delle inferiorità di comodo che non esistono minimamente nella biologia. Non esistono le razze, non esistono gli inferiori. Sto dicendo banalità?Mica tanto! Qualcuno sembra ancora non capirlo.

Se non bastasse, il personaggio di Violet Rue incarna tante macro dinamiche come lo stupro, l’abbandono familiare, l’ipocrisia finto-borghese. Tutti gridiamo alla giustizia, ci ergiamo nei confronti di tali valori eppure siamo i primi a non prendere posizione: a lasciare da soli e sole chi decide di denunciare. Ammetto di aver fatto fatica nel leggere più di un capitolo al giorno. Mi sono sentita esausta e indignata, soprattutto considerando la realtà in cui viviamo oggi. Tutto ciò che ha rappresentato la vita di questa ragazzina, circonda tanti di noi e rende fragili le società.

Voto: 5/5

 

Informazioni sull'autrice

Classe 1994, da sempre innamorata della conoscenza e della letteratura. Sono appassionata di studi sociologici e della pallacanestro americana.

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