I vestiti che ami vivono a lungo di Orsola de Castro- Recensione

I vestiti che ami vivono a lungo di Orsola De Castro è un manuale, una sorta di indizio per poter abbattere gli sprechi e interessarsi a un mondo meno ricolmo di rifiuti, che riesce a tenere e non gettare.

  • Titolo: I vestiti che ami vivono a lungo. Riparare, riadattare e rindossare i tuoi abiti è una scelta rivoluzionaria
  • Autrice: Orsola De Castro
  • Editore: Corbaccio
  • Sinossi: «La moda non dev’essere spreco di risorse, ma tutela della bellezza. Un libro utile e interessante» (Rossella Migliaccio, autrice di Armocromia). Non abbiamo più spazio per i vestiti che acquistiamo compulsivamente? Siamo curiosi di sapere come possiamo fare la differenza nella battaglia sul cambiamento climatico? Partecipiamo alla rivoluzione di Orsola de Castro e impariamo a vestirci con abiti belli, a farli durare a lungo, in armonia con la nostra personalità e con il pianeta. Nei “Vestiti che ami vivono a lungo”, Orsola de Castro, stilista e fondatrice di Fashion Revolution, ci parla di moda, di estetica, di taglia-e-cuci, del piacere di vestirci costruendo al contempo una nostra identità.
  • Pagine: 312
  • Prezzo: 17,10 euro
  • e-book: 9,99 euro

De Castro  parte con un’affermazione che mi piace molto: secondo il filosofo Karl Marx la religione è l’oppio dei popoli, ma nel nostro tempo lo spreco è un crack. Compriamo compulsivamente, invogliati dalle pubblicità e dai corpi irraggiungibili dei nostri miti. Ma la maggior parte del vestiario che possediamo rimane a fare muffa nell’armadio. Spesso buttato via, gravando sull’ambiente.

I nostri vestiti vivono a lungo

I vestiti che ami vivono a lungo non intende condannare l’acquisto dei vestiti ma avverte che sia l’industria della moda del fast fashion che il luxury non spiegano al pubblico cosa si cela dietro alla filiera e induce a buttare e ricomprare, non a riparare. Tutte le società conoscono l’arte del riparare che coincide con la ripartenza. Oggi un minimo taglio o una cintura che presenta un piccolo difetto viene buttato via. L’autrice fa un esempio molto calzante: l’industria della moda si preoccupa di creare a poco prezzo dei jeans logori o scambiati, invece nel nostro armadio, se incontriamo un capo simile, lo gettiamo via dall’orrore. Ne conseguono una serie di consigli su come utilizzare dei materiali, come fare l’orlo per riparare qualcosa di apparentemente rovinato. Riparare consente di aggiungere a un capo standard la bellezza dell’unicità, diventa una moda.

I movimenti giovanili e la cultura del riparo

De Castro cita i movimenti giovanili, tra i tanti il punk o il grunge, nati per denunciare una società che li stava tagliando fuori in malo modo. C’è tanto di sociologico in quanto affermato, ad esempio sia il sociologo francese Pierre Bordieu che Georg Simmel individuano nella moda un racconto culturale oltre che un gusto veicolante di valori e rappresentazione. L’Habitus che erroneamente viene definito come l’abito dell’individuo è in realtà una struttura strutturante del sé. Il sé è socialmente condizionato; esso necessita anche di una rappresentazione materiale, di un apparire storico.

Glittery and sparkly paper card (no copyright image)

Il rammendo per la società giapponese è un onore. Significa donare una nuova vita agli oggetti, infatti l’oggetto rotto lo si adorna di oro per farlo divenire un surplus. Dietro alla famosa catena di montaggio fordista, sia nel luxury che nel mercato immediato, vi sono situazioni di manodopera sottopagata. Il paradosso, oltre allo sfruttamento, è l’inutilità dei vestiti. Tutto ciò andrà buttato. Non si cerca di scoraggiare l’acquisto, ma di farlo consapevolmente cercando di tenere da parte e di non buttare.

Personalmente, sto cercando di fare decluttering delle cose che mi vanno troppo piccole e troppo grandi. Recentemente, guardavo un paio di stivali che mi piacciono tanto in cui è venuta meno la bordatura. Dopo aver letto questo libro ho deciso di riparare la bordatura con della colla per calzolaio. E sono contentissima, sembrano nuovi.

Cfr. La moda, Simmel Georg, edizione mimesis, Anna Curcio (a cura di)

La distinzione, Bourdieu Pierre, Santoro M. (a cura di), Il Mulino 

 

 

 

Informazioni sull'autrice

Classe 1994, da sempre innamorata della conoscenza e della letteratura. Sono appassionata di studi sociologici e della pallacanestro americana.

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