Racconto di una luna è il romanzo nipponico di Hirano Keiichirō. Un autore che ha riscosso un notevole successo in Giappone, per la qualità della scrittura e per aver descritto un’opera incentrata sul sogno e l’attenzione nei riguardi della natura. Sono rimasta stupita dall’edizione e dalla prosa, motivazione per la quale vorrei parlarvene e consigliarvene la lettura.
Titolo: Racconto di una luna
Autore: Hirano Keiichirō
Editore: Lindau
Pagine: 158
Prezzo: 15,68 euro
e-book: 11,99 euro
Sinossi: Alle soglie del ventesimo secolo, mentre il Giappone, finalmente aperto all’incontro con l’Occidente, sta affrontando le sfide della modernizzazione, un giovane poeta si perde, per una serie di misteriose coincidenze, nei boschi rigogliosi delle montagne di Kumano, magica culla delle più antiche tradizioni nipponiche. Lanciatosi all’inseguimento di una farfalla, o di un sogno, Masaki sembra risucchiato in un mondo primordiale, in cui il confine tra immaginazione e realtà si fa via via più vago. Com’è giunto fin lì? Chi è la misteriosa donna che sembra attirarlo a sé? Cosa, di ciò che ha visto e vissuto, è realmente accaduto? Scritto in una lingua ricercata e suggestiva, “Racconto di una luna” è un romanzo onirico e ricco di poesia che trasporta il lettore in un Giappone lontano e incantato.
Masaki è un giovane di ventiquattro anni che decide di partire per intraprendere un percorso spirituale fra le bellezze della natura giapponese. Parte in pellegrinaggio, consapevole di essere innamorato della poetica e di un mondo che si sta sgretolando sotto le sue mani. Il romanzo è ambientato in un’epoca di apertura all’altro, alle altre culture, e un mondo in cui gli insegnamenti antichi stanno per svanire. La bellezza di Racconto di una luna è questa: Keiichirō descrive la vita del personaggio, il Giappone, con uno stile ricercato e ricolmo di termini e aggettivi unici. Non risultano mai banali, quasi un’allegoria, con dei suoni che diventano vividi nella testa se associati alle presenze riscontare nei boschi.
Per di più il protagonista incontra una donna dalle fattezze eteree, ne rimane stupefatto, ma la associa a una farfalla. Non so se sono riuscita bene a cogliere il messaggio, però la farfalla è sinonimo di leggiadria, maestria ed è un insetto affascinante quanto prezioso. La figura della donna, trattandosi di un romanzo onirico, potrebbe rappresentare anche la bellezza dei sentimenti e un legame antico con la natura. La causa della perdizione di Masaki, avverrà a causa della farfalla. Si ritroverà ai piedi di un monte, soccorso da un vecchio monaco eremita in una realtà fatta di sogni e concretezze.
Inoltre, ho apprezzato molto questa lettura perché mi è piaciuto l’incontro con la spiritualità e la natura. Il monaco rappresenta non solo il soccorso o la salvezza, ma anche un’interrogazione interiore. Non sappiamo bene, all’interno del testo, quando il protagonista fa esperienza reale del suo viaggio e quando sta sognando. Ma si imbatte in luoghi particolari e ricchi di cultura. Tantoché il legame tra Masaki e la giovane lascia intuire un’esperienza d’amore platonico molto nello stile nipponico.
Hirano Keiichirō è sicuramente un autore da scoprire e da apprezzare. Con il suo stile sopraffino, riesce a regalare un’esperienza di lettura unica. Assolutamente promosso!