Black Widow , annunciato in periodi di covid e profonda sofferenza per gli amanti del cinema, giunge in una fase più tranquilla e si presenta bene. Disponibile in alcuni cinema per i fortunati o con accesso speciale su Disney +. Io l’ho terminato ieri e sono felice di parlarvene.
Titolo: Vedova Nera
Uscita: 2021
Regia: Cate Shortland
Attori: Scarlett Johansson (Natasha), David Harbour(Alexei), Florence Pugh (Yelena), Rachel Weisz (Melina)
Consiglio: Nella sequenza alcuni fatti fanno riferimento a Civil War una pellicola cinematografica connessa all’Universo Cinematografico Marvel e uscita nel 2016
Una giovane Natasha Romanoff viene seguita durante alcune giornate della sua infanzia con una famiglia che riconosce come non reale. Non è lo stesso per Yelena, protagonista secondaria della storia. Dopo aver adempiuto a degli ordini, tra i quali risultava un periodo di genitorialità per Yelena e Natasha, Alexei consegna le due ragazzine a Cuba. Le due giovani sono destinate ad entrare nella camera rossa e ad essere addestrate per un fine più grande. Il personaggio di Vedova Nera proviene dall’universo Marvel. Questa Natasha presentata nella pellicola rappresenta il primo incontro intimo con lo spettatore perché è stato fatto un buon gioco di introspezione. Subentrano tematiche delicate, durante l’addestramento, l’abbandono e il percorso che ha segnato emotivamente Natasha portandola ad assumere l’identità di Vedova Nera. E’ in gioco un insieme di componenti, spesso scioccanti e piacevoli, in grado di sviscerare il passato di Natasha Romanoff. Stando alle battute del film, il periodo avviene nella diatriba di Civil War, fase delicata per gli Avengers e di confusione tra fazioni.
Black Widow
Natasha è ricercata e deve fare i conti con un passato che pensava di aver atterrito per sempre. Interessante l’introduzione di Yelena, un personaggio simile a Natasha per l’esperienza di vita ma completamente diversa nel modo di agire. E’ bravo anche Alexei nel suo ruolo che delinea meglio lo scenario drammatico tra la Russia e gli Stati Uniti. Anche in questo caso, una piccola trama tesse delle fila più grandi che chiamano in causa anche gli Avengers dal punto di vista della riflessione morale. L’azione è ben studiata, tipicamente Marvel, l’ho trovato per certi versi divertente e comico. Mai noioso e mi ha stupito, considerando che la trama pur essendo corta si svolge nell’arco di due ore. Il film è uno stand alone degno di essere chiamato tale, supera molte aspettative e effettivamente restituisce risposte ad alcuni dubbi sulla figura ambigua di Natasha Romanoff. Delinea, a mio personale avviso, un percorso diverso per la avenger che porta all’epilogo finale di endgame. Diventano più chiare le motivazioni e le intenzioni. Ho apprezzato la scelta del cast, a mio avviso calzante per i ruoli ricoperti e il plot non è mai risultato banale o fin troppo costruito. In definitiva, è un film che arricchisce gli appassionati e si posiziona sicuramente bene.
Il background delle vedove insegna come agire e per quale scopo sono chiamate tante ragazze adescate. E’ possibile comprendere la mancanza di empatia di Natasha in alcune scene degli altri film Marvel, ma riemergono anche lati di affettività nei riguardi degli altri protagonisti che scindono la Natasha dei primi film con quella che prosegue dopo lo stand alone. Black Widow non sarà il miglior film dell’MCU eppure riesce a far ritornare quel pizzico di nostalgia di alcuni tempi andati oltre a dare spazio a una figura che era rimasta silenziosa e marginale, il più delle volte.