Recensione Il collegio di Tana French
Una ex testimone di un omicidio, Holly Mackey, ricorda un giovane detective che ha particolarmente apprezzato e decide di incontrarlo per fornirgli una nuova pista di un nuovo caso per la Omicidi che nessuno è riuscito a risolvere. Moran è un giovane detective della Casi Freddi ma che vorrebbe, a tutti i costi, ottenere il posto alla omicidi. Quando la giovane Mackey gli fornisce un indizio per la probabile risoluzione del caso lo sottopone all’attenzione di chi se ne occupa: Antoinette Conway. Entrambi non godono dell’ammirazione dei colleghi, neppure tra di loro, ma decidono di investigare e si recano presso il Collegio St Kilda, luogo del delitto. I thriller di Tana French sono ambientati tutti in Irlanda e tendono a descrivere minuziosamente la mente e la psicologia del personaggio. Le indagini si svolgono in un unico giorno interminabile, ricco di colpi di scena e nuove scoperte. L’autrice descrive in tutti i particolari il collegio, così come fa con i suoi personaggi, anche se il giovane ragazzo ucciso Chris Harper proveniva dal collegio maschile è il St Kilda il vero teatro della storia.
Il collegio
Questo storico edificio dublinese è il teatro di un omicidio e di dinamiche di gruppo potenti. L’autrice chiude il cerchio dei possibili assassini intorno a due gruppi formati da quattro ragazze ciascuno. L’edificio è antico, gerarchicamente strutturato, eppure la sicurezza e le vie di fuga non mancano. A separare i due collegi, c’è un prato: vasto luogo in cui rinviene il corpo di Harper. E’ chiaro già dalla prima indagine, avvenuta in precedenza, che l’assassino frequenta il Collegio St Kilda. Durante la visita per l’indagine, si scoprono diversi aspetti caratteristici dei due investigatori: l’uno l’opposto dell’altro. Conway detesta la ricchezza, Moran ne è affascinato e la comprende. La fase dell’indagine è raccontata dal punto di vista unico di Stephen Moran, mentre le dinamiche avvenute precedono i sei mesi di vita rimasti a Chris Harper e sono narrati in terza persona. E’ un particolare mescolato che può essere facilmente apprezzato. French è molto brava nel passare da un evento a un altro, avendo a disposizione solo una giornata. Alternando la lettura digitale con Mlol e una con audible è possibile apprezzare a pieno Tana French.
Non un thriller come gli altri
Il collegio non rappresenta la classica storia in cui si scova un assassino e basta. Non c’entra neppure il movente. Ogni singolo personaggio è al suo posto e ha una struttura psicologica importante, collegata alla storia. I due investigatori interrogano le otto ragazze, eppure è difficile capire fino in fondo chi ha una responsabilità più forte dell’altra. I due gruppi si diversificano, il primo di Joanne non permette l’uscita da esso per via dell’etichettamento che ne seguirebbe. L’altro sembra addirittura di carattere settario. Si tratta di amicizie magnetiche, potenti, però del tutto oscure. Gli investigatori sono chiamati a misurarsi con il loro temperamento e affrontano una fase introspettiva non meno tediosa degli indiziati. Non ci si annoia mai, con la scrittura di French. A molti lettori questo romanzo non è piaciuto, perché se si cerca una pista investigativa viene certamente meno la potenzialità di questo thriller. Divaga, gira intorno, si allontana da quel punto che non è focale. Il centro è altro e ha a che fare solo con le interconnessioni umane dei personaggi. C’è un carattere antropologico imperscrutabile: il gruppo di Holly si muove per simbolismi e rituali che non possono essere rotti. Se avviene la rottura c’è la possibilità che il gruppo somigli all’altro di Joanne.
Voto: 5/5