Butcher’s Crossing- Recensione del primo romanzo di John Williams

John Williams è uno degli scrittori americani contemporanei che amo di più. Stoner l’ho apprezzato e divorato in un lasso di tempo davvero imbarazzante, così quando ho trovato Butcher’s crossing al mercatino dell’usato ho deciso di acquistarlo e leggerlo subito.


Titolo: Butcher’s Crossing

Autore: John Williams

Editore: Fazi Editore

Pagine: 360

Sinossi:

«Bastava un solo sguardo, o quasi, per contemplare tutta Butcher’s Crossing. Un gruppo di sei baracche di legno era tagliato in due da una stradina sterrata e poco oltre, su entrambi i lati, c’erano alcune tende sparse». Ecco lo sperduto villaggio del Kansas dove, in una torrida giornata del 1873, giunge Will Andrews, ventenne bostoniano affamato di terre selvagge. L’America sta cambiando, la ferrovia in breve scalzerà la tensione verso l’ignoto che aveva permeato il continente, lasciando solo il mito della frontiera. Eppure, il giorno in cui Will sente sotto i piedi la sua terra promessa, esiste ancora la caccia al bisonte, un’esperienza portentosa, cruenta e fondante, archetipo della cultura americana.

Dentro l’America

Will è un giovane ragazzo che decide di lasciare le agiate strade del Massachusetts per dirigersi in un contesto western, rurale, in cui i personaggi vivono una vita semplice cadenzata dal duro lavoro e dalla fatica. Il giovane è affascinato da quella vita e si ambienta subito con delle persone completamente diverse dalla sua esperienza. Apprezza gli animali, la città sempliciotta e lo scorrere del tempo in vecchi saloon alla compagnia di donne di piacere. Una di queste rappresenta una bella storia d’amore per Will, ma che faticherà a sbocciare. il romanzo si suddivide in vari tempi: l’arrivo e la partenza per la caccia. Nell’arrivo Williams descrive con minuzia oculata il passaggio da una vita di metropoli ad un luogo in cui le case sono poche, ci sono più tende. Nel viaggio, l’autore si sofferma sulla bellezza dei luoghi cari alla struttura della letteratura statunitense. Non solo è importante il rapporto tra uomo e natura, ma è il paesaggio che crea e veicola le emozioni. La notte, i pensieri, gli amori che sarebbero sbocciati.  Poi il massacro, la repulsione verso ciò che circonda quelle persone. E’ l’ultimo passaggio di una vita brutale e illusoriamente svanita. John Williams in Butcher’s crossing inserisce tutto l’amore e la conoscenza che possiede dell’America. Crea due aspetti da analizzare completamente contrastanti ma che restano nel cuore di chi legge. Una splendida lettura.
Voto: 4.5/5
 

Informazioni sull'autrice

Classe 1994, da sempre innamorata della conoscenza e della letteratura. Sono appassionata di studi sociologici e della pallacanestro americana.

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