Titolo: Viaggi con Charley
Autore: John Steinbeck
Editore: Bompani
Prezzo: 12 euro
Trama:Nel settembre 1960 John Steinbeck affronta un viaggio attraverso gli Stati Uniti a bordo di un furgoncino chiamato Ronzinante in compagnia del barboncino Charles Le Chien, detto Charley. Lo scrittore ha sempre amato viaggiare e alle soglie dei sessant’anni sente che deve uscire di casa alla ricerca di ispirazione e di storie nuove per i suoi racconti e romanzi. Dalle piccole cittadine alle grandi metropoli fino ai paesaggi selvaggi, in questo libro ritroviamo lo sguardo maturo dello scrittore, e la sua curiosità e sensibilità per ogni aspetto della vita, umana e naturale. Un resoconto unico che offre uno spaccato dell’America degli anni sessanta, fatto di ritmi quotidiani, incontri con persone umili come un garagista o un negoziante, problemi vecchi e nuovi, come la questione razziale nelle periferie o l’inquinamento dei fiumi. Steinbeck rivela un acume unico nell’osservare la realtà dalla prospettiva degli umili e una vena lirica inconfondibile nel descrivere un’America che scopriamo pagina dopo pagina, chilometro dopo chilometro.
Recensione
Ronzinante è un furgone modificato all’interno per sembrare un camper. Steinbeck lo sceglie perché alcune leggi non ammettono il parcheggio di camper negli stati e utilizzando un furgoncino può muoversi in modo più agevole e meno sospetto. Quando si viaggia alla scoperta dei luoghi il rapporto esterno con gli altri non deve essere né impersonale né personale, mantenendo un rigore analitico in grado di comprendere al meglio il contesto come oggetto di indagine. L’autore parte in solitario, portando con sé l’amico Charley un cane tranquillo con cui condivide ore di viaggio. Charley non è solo una compagnia silenziosa, ma diventa un protagonista secondario che interferisce con le storie raccontate da Steinbeck diventando anche uno sguardo secondario e un elemento di conoscenza inedito. Negli anni ’60 l’America aveva già conosciuto il consolidamento di un’economia globale e di un modello culturale esclusivo esportato in tutto il mondo, eppure l’America dell’autore americano è un insieme di momenti e luoghi incantevoli incapaci di essere colti immediatamente dallo sguardo. Steinbeck usa la metafora del lungo viaggio e dei tir creati appositamente per essere lunghi quanto celeri, impediscono di soffermarsi sulla bellezza dei luoghi.
Ciò che emerge è un resoconto brillante che segue il passaggio di diverse strade americane, affollate e sterrate, da Nord a Sud. Incontri con le persone autoctone tra scambi di opinione e pareri sulla vita. Emerge ancora una volta il rapporto di disuguaglianza dei salari, la mobilità lavorativa e l’incisione dell’appartenenza a razza e classe.